Ipersensibilità emotiva: la psicologia delle persone sensibili

L’ipersensibilità emotiva è una caratteristica psicologica che rende le persone estremamente, forse troppo, capaci di cogliere le proprie emozioni ma soprattutto quelle degli altri.

Questa sensibilità, appunto iper, può essere vissuta come una risorsa che permette di cogliere in maniera più intensa e profonda la percezione degli stimoli emotivi interni quanto degli stimoli esterni; queste persone vengono descritte come empatiche ed intuitive. Dall’altro lato però, possono risultare esagerate nelle loro reazioni davanti agli eventi stressanti; possono essere infatti descritte come troppo impulsive o catastrofiche.

In questo articolo cercheremo di trattare le tematiche più importanti associate a questo tema: come si gestisce l’ipersensibilità emotiva, quali sono le cause e i sintomi che caratterizzano queste personalità, come funziona il cervello di una persona altamente sensibile e come affrontano le sfide di tutti i giorni, fino a chiederci come si possono aiutare le persone con ipersensibilità emotiva.

Come gestire l’ipersensibilità emotiva?

Gestire la propria ipersensibilità emotiva non è così facile come può sembrare: meglio essere ipersensibili che esserlo troppo poco. In realtà tutto ciò che va da un estremo all’altro può creare un conflitto intrapsichico difficile da gestire.

Questa ipersensibilità potrebbe essere quindi anche fonte di disagio. La forte stimolazione che il sistema nervoso è in grado di cogliere dall’ambiente esterno può essere a volte causa di depressione, angoscia e ansia. È frequente che le persone altamente sensibili (PAS) si sentano dire che stanno reagendo, a quell’evento esterno/interno, in maniera esagerata, o sbagliata, o che non venga colto perché quell’evento li sconvolga così tanto, ecc...

Per capire meglio come comportarsi e gestire al meglio la propria alta emotività bisogna ascoltarsi e conoscersi, così da poter arginare ciò che di stressante o traumatico può succedere vicino alla vita di quella persona. Per fare ciò è fondamentale riconoscere il valore del saper stare con sè stessi: è soprattutto tramite l’ascolto delle proprie emozioni che si può imparare a gestire le emozioni degli altri.

Come si fa a capire se si è ipersensibili?

Tutte le persone empatiche e attente agli altri potrebbero definirsi sensibili. Ma le persone ipersensibili lo sono di più: come una spugna passivamente trattiene l’acqua, così le PAS riescono inconsciamente a connettersi con le emozioni degli altri. Questa connessione è facilitata dal grande intuito di queste persone, che combinato con la grande attenzione per i dettagli rende difficile perdere un solo pezzo del puzzle emotivo dell’altro.

Ovviamente ciò comporta una grande fatica emotiva e fisica; non richiede sforzo ma la tensione, la propulsione verso gli eventi esterni/interni rende le PAS spesso stanche, stressate e irritabili. Infatti, anche a livello fisico, il corpo reagisce allo stress mal tollerando rumori troppo forti, o luci troppo intense.

Infine, le PAS sono molto suscettibili alle critiche, molto reattivi alle emozioni positive e/o negative e utilizzano il pianto come principale fonte comunicativa. Questi sopra citati, possono essere considerati i “sintomi”, o meglio le caratteristiche che meglio rispecchiano le persone ipersensibili.

Perché si diventa ipersensibili?

Ciò che sembra essere alla base di questa sensibilità iper è l’esposizione a esperienze infantili traumatiche o di trascuratezza. Così come in altre condizioni di sofferenza psicologica, anche in questa possiamo rintracciare le cause in contesti familiari in cui il proprio vissuto emotivo (normo o iper) non viene riconosciuto, validato e accolto.

In questo scenario, il bambino può sviluppare profondi e radicati sentimenti di inadeguatezza che, per essere il più possibili contenuti, mettono il bambino nella condizione di essere ipervigilante per non farsi scappare nessuna emozione potenzialmente disturbante.

E ancora, i bambini già sensibili, con una sorta di pelle sottile, riescono a cogliere se questo loro tratto viene giudicato, tanto che può portare la persona a sentirsi ancor più a disagio, in crisi o infastidita. Non solo per l’elevata sensibilità, ma anche per l’etichetta di inadeguatezza o inappropriatezza che sembra non andare più via.

Come funziona il cervello di una persona altamente sensibile?

Per rispondere a questo quesito, citiamo la psicoterapeuta Alaine Aaron che, dopo anni di studio, riassume quattro caratteristiche chiave dell’ipersensibilità in un acronimo DOES:

  • - Depth of processing (processamento più profondo delle informazioni);
  • - Overarousability (più facilmente soggetti a sovrastimolazione e sovraccarico);
  • - Emotional Intensity Empathy (maggiore responsività emotiva ed empatia);
  • - Sensitivity to subtle stimuli (percezione dei dettagli sottili dell’ambiente e delle relazioni sociali).

La studiosa si è accorta che una persona con ipersensibilità emotiva pensa molto prima di agire e rielabora ogni elemento della sua esperienza utilizzando centri cerebrali più “profondi” rispetto ai non PAS; inoltre prestano molta attenzione ad ogni dettaglio, vivendo gli stimoli esterni e interni in maniera più vivida. Utilizzano maggiormente i propri neuroni specchio (motivo per cui riescono a immedesimarsi di più) rispetto agli altri. Infine, riescono a vedere i piccoli particolari che agli altri sfuggono.

Quando si è troppo sensibili?

Per questa domanda vale la pena soffermarsi solo sulla semplice ed intuitiva risposta del “troppo”. I|per– pref. dal gr. huper-, cfr. hupér “sopra, oltre”. Soprattutto in psicologia, ma anche in altri ambiti, il troppo identifica la componente disfunzionale, che crea disagio o sofferenza.

La sensibilità è una caratteristica psicologica comune, sana, funzionale e rintracciabile in tutte le persone. Ma quando la sensibilità è troppa, supera il limite, va oltre, allora diventa oggetto di una riflessione psicologica più approfondita, come quella che stiamo cercando di dare in questo articolo.

Come vivono le persone troppo sensibili?

Gli effetti negativi di questa sensibilità iper possono rappresentarsi in modi diversi; come dicevamo prima le persone PAS sono molto suscettibili agli eventi della vita, con una tendenza a cedere davanti agli ostacoli che si trovano davanti.

La bassa fiducia in sè stessi, condizione che li porta a preoccuparsi eccessivamente del parere degli altri, alimenta il disagio psicologico sotto forma di ansia e depressione. Si possono smuovere emozioni molto ambivalenti tra l’autocritica e l’eccessiva impulsività davanti a emozioni quali rabbia, risentimento e paura.

Queste caratteristiche, possono generare frustrazione nelle PAS, e un aiuto psicoterapico può essere la chiave di lettura per modulare il proprio assetto emotivo troppo ricettivo del mondo esterno.

Come aiutare una persona molto sensibile?

Molti studi negli anni hanno confermato un importante collegamento tra l’ipersensibilità emotiva e le aree di nevrosi e introversione. I sintomi di ansia e depressione si pongono come conseguenza di ciò e non come causa. Aiutare le persone con ipersensibilità emotiva è l’obiettivo del Centro Clinico SPP.

La sofferenza psicologica in tutte le sue manifestazioni è il nostro focus. Un ascolto attento e mirato a cogliere le caratteristiche, la storia, e la sintomatologia delle PAS, può aiutare le persone ad essere più consapevoli delle proprie emozioni e di ciò che le rende iper.

Dr.ssa Valentina Carella - Centro Clinico SPP Milano età adulta