Rancore e risentimento: la passione della ferita

Risentimento e rancore: cura psicologia e psicanalisi. Due sentimenti che, se non elaborati, possono provocare odio, invidia e violenza. Con casi clinici

Quando nell’infanzia l’ambiente famigliare ferisce il Sé emotivo del bambino, oltre a danneggiare la rappresentazione di sé, si creano in lui sentimenti profondi di rancore e risentimento. Deludere ripetutamente i bisogni emotivi del bambino, o agire un trauma grave ai danni del minore causa profondi sentimenti di disistima, di inferiorità, di impotenza che sfociano in espressioni di forte rabbia e distruttività.

Risentimento e rancore: un esempio clinico legato alla psicologia

Andrea, giovane uomo di 30 anni, afferma in seduta – la morbosa dipendenza di mia madre nei miei confronti mi ha danneggiato, sono rimasto un bambino, e ciò mi fa sentire intensissimi sentimenti di rancore e rabbia -. Andrea ha l’età di un giovane uomo, ma sul piano psichico appare un bambino grandioso, viziato che senza la mamma si perde dietro l’angolo di casa. Ciò lo rende a tratti arrogante, rancoroso, in quanto nonostante il difensivo sentimento di sé onnipotente ha sentimenti di inferiorità e di inadeguatezza, che sfociano quando confrontandosi con il mondo sociale, fuori dal raggio materno, viene fuori tutto il suo essere piccino e immaturo.

Quando le donne, dopo averlo frequentato brevemente, lo lasciano perché stufe dei suoi infantilismi, lui ha un forte risentimento verso di loro, specchio del risentimento verso sua madre che l’ha reso iper dipendente e infantile.

Rancore e risentimento, odio e ira

La ferita al sano narcisismo, per cui non si può crescere sicuri, coesi e saldi, genera passioni vulcaniche con scoppi lavici rancorosi e rabbiosi. Ogni essere umano vorrebbe vivere la propria vita con soddisfazione e piacere, altrimenti le frustrazioni quando divengono ingestibili generano stati iracondi, agiti distruttivi, autolesionistici o etero diretti.

In casi estremi questi sentimenti di odio, rancore, risentimento provati fin dall’infanzia e accresciuti nella vita adulta possono portare ad atti di pura violenza, arrivando perfino a uccidere o compiere atti di crudeltà. Spesso tutto ciò può essere anche mascherato da falsi nobili ideali, ma sotto la crosta è iraconda, violenta e può essere proiettata su facili vittime, facili prede già segnate da una vita sventurata.

Il bullo (rancoroso e prepotente), anche nascosto da un ruolo istituzionale, se la può prendere con chi è apertamente più sfigato, e già colpito da un destino beffardo, come l’immigrato o il portatore di handicap e di vulnerabilità manifesta. Naturalmente la personalità prepotente e rancorosa se la prende con chi rappresenta una parte di sé ritenuta inferiore, debole che non è accettata, e quindi, elaborata.

Lo sviluppo psico-emotivo-sessuale segue un filo rosso che deve esplicarsi seguendo certi parametri fondamentali per raggiungere un equilibrio che genera solidità e integrazione. Se ciò avviene adeguatamente il sano narcisismo è salvo, per cui si può andare nel mondo relativamente sicuri di sé, e, a tratti, ci si può sentire veri protagonisti della propria vita. Altrimenti a livello psichico si genera dolore mentale e rabbia.

Donne e risentimento: due esempi diversi legati a traumi d'infanzia

Virginia spinta dagli ideali di idealizzazione dai suoi genitori verso uomini di successo si è bruciata sposando un uomo all’apice di una carriera folgorante, ma incapace di provare affetti e sentimenti sinceri per lei e per i figli che ha avuto con lei. Virginia si sente ferita nel suo femminile profondo, non si sente riconosciuta come donna e madre, ma deve essere solamente vista come donna perfetta, curata esteticamente, che deve avere ammirazione infinita verso i successi infiniti del proprio marito. Questa donna ha un profondo risentimento e rancore verso questo uomo e verso i suoi genitori che non sembrano in grado di riconoscere i suoi bisogni emotivi profondi. La ferita in questa paziente sanguina continuamente, infuriando una passione amorosa struggente e rancorosa.

Una collega, psicologa e psicoterapeuta mi contatta invece perché non riesce a togliersi il rancore verso la psicoanalisi: il suo ex psicoanalista, con cui aveva intrapreso una  analisi personale come la prassi terapeutica più etica richiede per chi svolga questa professione, si dimenticava spesso i nomi delle persone significative della sua vita che lei gli raccontava. Ciò deve avere riattivato in questa collega delle esperienze traumatiche verso il padre che ha scatenato un risentimento tale che l’ha portata a interrompere il suo trattamento e nutrire sentimenti di risentimento perfino verso la Psicoanalisi.

La ferita emotiva dell’infanzia spesso anche in età adulta continua a sanguinare e ciò genera rabbia, risentimento, rancore: la sfiducia nei rapporti regna sovrana, si riattivano circoli viziosi e l’Anima, cioè la parte più profonda del nostro Essere, rimane impigliata e non può “volare” verso un’esperienza emotiva più piena e vitale. Le ferite inflitte dalle persone significative dell’infanzia generano nel bambino rancore, che se non elaborato, può durare tutta la vita, ed essere rafforzato da altre ferite, che inevitabilmente la vita e gli Altri gli impongono, mentre cresce o è cresciuto.

Invidia: una brutta malattia che può essere curata con la psicoanalisi

Figlia del rancore più profondo è l’invidia, quando si vede una persona serena perché la sua vita “gira” bene, gli iracondi, eternamente insoddisfatti, desiderano distruggere quello stato emotivo che dà stabilità e contentezza. Nella mente l’associazione spesso si concatena con questi pensieri – perché quello deve essere sereno e io no, perché lui deve avere avuto più fortuna di me, allora voglio distruggergli il suo stato emotivo, deve soffrire come succede a me, deve essere arrabbiato con la vita come lo sono io -.

L’invidia acuta è veramente una brutta bestia, spesso rovina la vita di sé e degli altri, spesso è talmente forte che impedisce al terapeuta di lavorare per produrre un cambiamento evolutivo – devi sentirti nullo come me, preferisco vanificare ogni tuo tentativo per farmi stare meglio, devi sentirti impotente e inadeguato come mi sento io, preferisco distruggere anche te piuttosto che sentirmi meglio!! -.

Rancore e invidia, risentimento e rabbia costituiscono la base del narcisismo maligno (- mi sento morto e spezzato, quindi che tutti si possano sentire come me -) di persone profondamente ferite nell’infanzia, che hanno perso definitivamente la voglia di vivere e sorridere.

Le ferite non sono solo quelle fisiche che riguardano disfunzionalità organiche che colpiscono il corpo umano, le ferite sono anche nell’Anima, e derivano da una mancanza troppo traumatica avvenuta in scambi relazionali significativi con le persone significative della nostra vita, a partire dal periodo in cui l’essere umano è più vulnerabile, l’infanzia.

La psicoanalisi cerca di curare quelle ferite che altrimenti rovinano il piacere di vivere, condannando l’essere umano a eterni sentimenti negativi come il rancore, il risentimento e la rabbia, con forti vissuti di invidia e vendetta.

Dr. Simone Maschietto - Centro Clinico SPP Milano età adulta

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