Il sostegno psicologico

Cosa si intende per sostegno psicologico?

Per sostegno psicologico si intende un percorso di psicoterapia che si pone l’obiettivo di migliorare l’adattamento della persona sia al suo mondo interno, sia al mondo esterno della realtà.

Per raggiungere questo importante obiettivo, il terapeuta si concentra sulle funzioni problematiche dell’Io del paziente, cercando di rinforzare il suo esame di realtà e le sue relazioni interpersonali. 

Spesso, infatti, le persone agiscono dei comportamenti negativi, in modo inconsapevole. Questi atteggiamenti hanno però il potere di provocare delle risposte negative da parte dell’ambiente in cui vivono. Risposte che, a loro volta, rinforzano ancora di più gli stessi comportamenti negativi già agiti.

La terapia centrata sul sostegno psicologico cerca, quindi, di mettere ripetutamente il paziente a confronto proprio con i comportamenti disadattivi che agisce, al fine di migliorare il suo modo, che resterà sempre unico e assolutamente irripetibile, di stare al mondo.

Tra gli aspetti su cui si focalizza il lavoro terapeutico di sostegno troviamo:

  • - il controllo degli impulsi, per permettere al paziente di acquisire una maggiore capacità di differimento della sua impulsività;
  • - il miglioramento delle relazioni;
  • - lo sviluppo di processi di pensiero meno vaghi e più circostanziati, che consentano al paziente di affrontare, in modo più adattato, le difficoltà che incontra nella vita e di ridurre i fattori di stress della realtà.

Chi può fare il sostegno psicologico? Quando serve un supporto psicologico?

Il sostegno psicologico è particolarmente indicato per i pazienti che presentano delle patologie legate a stati psicotici, a un’organizzazione di personalità borderline, a un grave disturbo della personalità e a un disturbo organico. È efficace anche per i pazienti fobici o che sono affetti da alessitimia. Si tratta, soprattutto, di pazienti che non sarebbero in grado di tollerare un lavoro di tipo più esplorativo.

Inoltre, il sostegno psicologico può essere utile a tutte le persone che attraversano dei momenti critici della loro vita, ad esempio la perdita del lavoro oppure la morte di una persona significativa.

Dopo aver lavorato sulla crisi del momento, può capitare che il paziente, che ora sperimenta se stesso come più rinforzato, decida di passare dal sostegno psicologico ad un percorso di cura più esplorativo e di lungo termine, come quello offerto da una psicoterapia con approccio psicoanalitico. É importante, inoltre, sottolineare che anche le psicoterapie che definiamo esplorative contengono sempre qualche aspetto di sostegno.

Come si svolge una psicoterapia di sostegno psicologico?

A grandi linee possiamo suddividere una psicoterapia di sostegno psicologico nelle seguenti fasi:

- la fase di valutazione in cui si cerca di analizzare i differenti aspetti che permettono di formulare un percorso di cura adeguato a ogni specifico paziente; tra questi aspetti abbiamo: il livello di organizzazione di personalità dell’individuo, l’eventuale psicopatologia di cui soffre, i sintomi che manifesta, le sue risorse, il contesto sociale in cui vive, la motivazione e l’interesse a riflettere su se stesso;
- la fase di pianificazione del trattamento consiste nella scelta del tipo di terapia, che può essere individuale o di gruppo, oppure soltanto di sostegno o anche esplorativa; in questa fase si potrebbe inoltre decidere di non intraprendere alcun tipo di psicoterapia;
- la fase iniziale in cui, dopo che si è stabilita una buona alleanza tra il terapeuta e il paziente, si cerca di individuare i comportamenti positivi, da sostenere, e quelli negativi da cambiare;
- la fase intermedia che consiste nell’affrontare, da ogni punto di vista, i comportamenti disadattivi che sono stati individuati nella precedente fase e nel rinforzare quelli adattivi;
- la fase conclusiva che viene determinata in base al grado di raggiungimento degli obiettivi che erano stati fissati all’inizio del trattamento. Dopo aver stabilito una data di conclusione della terapia, ci si concentra, più che altro, sui vissuti che nascono nel paziente quale reazione alla fine del percorso; questi vissuti possono includere una certa angoscia legata alla perdita del sostegno psicologico e un’intensa paura del futuro.

Tali fasi non sono separate tra di loro, spesso si intersecano e si condizionano vicendevolmente. Generalmente, però, soltanto una fase risulta essere quella prevalente in un determinato momento del percorso di sostegno psicologico.

Come avere un sostegno psicologico?

Per avere un sostegno psicologico è necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta che, dopo gli opportuni colloqui di consultazione psicologica e un’attenta valutazione diagnostica, stabilirà l’eventuale ricorso a una psicoterapia di sostegno.

Diversi sono i fattori che possono influenzare il processo attraverso il quale un terapeuta sceglie di orientare il paziente verso un intervento di maggior sostegno, piuttosto che esplorativo. Alcuni di questi fattori sono:

  • - il paziente manifesta dei seri pensieri suicidari o si comporta in un modo che è pericolosamente autodistruttivo;
  • - il paziente è in preda ad un’ansia opprimente che lo disorganizza e gli impedisce di svolgere le attività della vita quotidiana;
  • - il paziente sta vivendo dei gravi fattori di stress legati alla realtà; ad esempio: una malattia fisica, la perdita di un parente stretto, il fallimento in affari.

Può capitare che lo stato clinico del paziente e l’eventuale gravità del sintomo di cui soffre, rendano necessaria l’introduzione di una terapia farmacologica, che non sostituisce quella di sostegno, ma si abbina ad essa. La terapia farmacologica, infatti, sebbene sia funzionale alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dell’umore del paziente, non prevede quel lavoro sul proprio mondo interno che permette di raggiungere un maggior equilibrio personale.

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Dr.ssa Donatella Rattini - Centro Clinico SPP Milano età adulta