Disturbi d'ansia e attacchi di panico

Nei disturbi d’ansia e negli attacchi di panico, l’ansia va fuori controllo e assume proporzioni sbilanciate rispetto alle minacce reali. La persona si trova così a sperimentare un profondo senso di inquietudine e di malessere.

Essa si distingue dalla paura che insorge di fronte a una minaccia esterna, conosciuta e condivisa, mentre l’ansia rappresenta una risposta a un pericolo percepito e non necessariamente condivisibile da tutti. Attraverso l’ansia anticipiamo i pericoli o i possibili eventi negativi che possono verificarsi nel futuro e in questo senso essa rappresenta un meccanismo psichico di natura adattiva, in quanto ci consente di attivarci per proteggerci; si tratta dunque di un sistema di cui la natura ci ha dotati per garantirci la sopravvivenza.

Essa si caratterizza infatti anche per una risposta fisiologica che svolge proprio la funzione di renderci pronti alla fuga o all’attacco, bloccando le funzioni del corpo non strettamente collegate alla sopravvivenza immediata, come la digestione e attivando, attraverso il rilascio di specifici ormoni e neurotrasmettitori, quelle che consentono un’azione rapida: la dilatazione delle pupille, l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, della pressione sanguigna e della tensione muscolare.

Quando l’ansia adattiva diventa un disturbo d’ansia generalizzato

Nei disturbi d’ansia accade che tale meccanismo, che in sé è, come si è detto, adattivo, vada fuori controllo e assuma proporzioni sbilanciate rispetto alle minacce reali. In alcune persone, cioè, questa "attivazione" di risposta a situazioni stressanti anziché essere modulata in funzione degli stimoli esterni, risulta continua e l'ansia viene percepita stabilmente, anche senza che sussista un pericolo reale e senza che possa essere utilizzata in maniera proficua.

La persona può così provare un costante senso di inquietudine e paura, può sentire di essere alla costante ricerca di vie di fuga e può avvertire costantemente manifestazioni fisiche quali sudorazione, tensioni muscolari, tachicardia, affanno, senso di peso al petto, sensazione di “nodo in gola”. Possono associarsi anche disturbi del sonno, alterazioni della libido o altri sintomi.

La preoccupazione di fondo che caratterizza le persone che soffrono di disturbo d’ansia generalizzato è di essere in pericolo a causa di forze sconosciute. Gli altri possono essere percepiti come fonte di pericolo o viceversa di protezione e ciò porta la persona sofferente a mettere in atto condotte di evitamento delle situazioni ansiogene che possono compromettere anche gravemente la qualità della vita e le possibilità di movimento personale.

Accade infatti che nell’ansia disadattiva la persona, anziché utilizzare l’attivazione fisiologica per rispondere più prontamente alle situazioni, si trova in condizione di non riuscire proprio ad affrontarle, neppure quando i fatti dimostrano che le sue paure sono infondate.

Spesso al disagio di vivere costantemente questa condizione disturbante e di vedere limitata la propria vita, si aggiunge, nelle persone che soffrono di disturbi d’ansia quello del non essere capiti da chi vive loro accanto, che trova illogiche le loro paure e può vivere come un peso le loro richieste di aiuto e protezione.

Le diverse forme dell’ansia e gli attacchi di panico

Se nel disturbo d’ansia generalizzato l’ansia non si ancora a situazioni specifiche o quanto meno la persona non è in grado di ricondurla a cause scatenati (anche se con un’accurata diagnosi psicodinamica è sempre possibile individuare le tematiche sottostanti), in altri casi l’attivazione si manifesta solo in situazioni particolari. In questi casi possiamo parlare di disturbi fobici (vedi la sezione disturbi fobici).

In alcuni casi le sensazioni logoranti e continue che caratterizzano l’ansia generalizzata compaiono improvvisamente, l'ansia si intensifica al massimo in un breve periodo di tempo, in cui si rimane come paralizzati, all'inquietudine subentra il terrore e l'inibizione diventa un blocco. Si può avere l'impressione di perdere totalmente la lucidità e il controllo su se stessi, o di avere uno scompenso fisico grave in quel preciso momento.

In realtà ciò che si sta sperimentando è un attacco di panico, una sorta di concentrato del disturbo d'ansia, meno permanente ma più intenso, che lascia sgomenti e atterriti, con l'idea assillante di poterlo provare ancora.

Come si curano i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico

Sebbene le terapie farmacologiche possano alleviare la componente sintomatologica dell’ansia, i farmaci non sono in grado, da soli, di curala in maniera profonda, in quanto per farlo è necessario pervenire a una comprensione delle sue cause scatenanti, che vanno ricercate nella storia di vita passata e recente della persona e nel significato che questo sintomo comunica.

Esso può essere conflittuale, post-traumatico, relazionale o di altra natura; l’ansia, infatti, come gli altri disturbi, rappresenta un modo in cui il nostro inconscio può comunicarci contenuti che si trovano fuori dalla nostra coscienza e che vanno ascoltati e compresi, per poter essere elaborati e dunque superati.

Un terapeuta formato a questo tipo di ascolto e comprensione potrà consentire alla persona sofferente di far luce sugli effettivi significati per trattare il disturbo attraverso gli strumenti più idonei alla singola persona e ai suoi specifici bisogni, affinché possa accedere a un benessere duraturo e non solo frutto di interventi palliativi e temporanei.

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