Ruminazione mentale - psicologica: cause, sintomi e psicoterapia
Che cos’è la ruminazione mentale?
La parola "ruminazione" deriva dal latino "ruminatio", che significa letteralmente "masticare di nuovo" o "riflettere attentamente". Nel contesto psicologico, il termine "ruminazione" è stato adottato per descrivere un processo mentale simile al masticare di nuovo, ma applicato ai pensieri.
Si verifica quando una persona ripensa ripetutamente a pensieri negativi, preoccupazioni o problemi, senza giungere a una risoluzione. La ruminazione può contribuire allo stress, all'ansia o alla depressione e può interferire con la capacità di affrontare in modo costruttivo la quotidianità o le sfide della vita.
Perché si rumina?
La propensione delle persone a ruminare mentalmente è condizionata da fattori psicologici e sociali che spesso sono associati a stress e ansia. Quando la tensione si fa sentire, la mente può intraprendere il processo della ruminazione come tentativo di comprendere o risolvere i problemi, anche se paradossalmente invece di alleviare, amplifica il disagio.
Alcune persone utilizzano la ruminazione come meccanismo di coping piuttosto che affrontare direttamente le emozioni o cercare soluzioni, finendo per perdersi nella ripetizione di pensieri negativi, creando un vortice poco funzionale. La mancanza di risoluzione rappresenta un'altra strada che può portare a ruminare.
Quando una persona si trova di fronte a un problema senza riuscire a giungere a una conclusione soddisfacente, è facile concentrarsi sui dettagli o sugli aspetti negativi della situazione, perpetuando il ciclo della riflessione ossessiva. L'autostima fragile o l'autocritica eccessiva costituiscono un terreno fertile per la ruminazione.
Individui con una percezione negativa di sé possono ruminare su errori passati, innescando un ciclo di pensieri che mina ulteriormente la loro autostima. In assenza di attività o interessi positivi che catturino l'attenzione, la mente può trovarsi senza un modo efficace per "spegnersi", favorendo il persistere dei pensieri.
La predisposizione genetica può contribuire a una maggiore inclinazione alla ruminazione, sebbene l'ambiente e le esperienze di vita rivestano un ruolo altrettanto significativo. In questa complessa trama di fattori, la ruminazione emerge come una manifestazione intricata e multifattoriale della mente umana. L'incidenza nella popolazione può variare in base a diversi fattori, tra cui la cultura, l'ambiente sociale, l'età e le esperienze di vita.
La ruminazione è comune ed è stata associata a diversi disturbi psicologici, tra cui ansia, depressione e disturbi post-traumatici da stress. Tuttavia, è importante notare che non è necessariamente un indicatore di un disturbo psicologico; molte persone possono sperimentare episodi di ruminazione in risposta a situazioni stressanti o difficoltà.
Alcuni studi suggeriscono che le donne possono essere più inclini rispetto agli uomini. Inoltre, l'adolescenza e la giovinezza possono essere periodi in cui la ruminazione è più comune, forse a causa delle sfide tipiche di queste fasi della vita, come la ricerca di identità, le pressioni accademiche e sociali, e la gestione delle emozioni.
La ruminazione può variare anche in intensità. Mentre per alcune persone può essere una risposta temporanea a uno stress particolare, per altre può diventare un modello di pensiero persistente che contribuisce a disturbi emotivi. L'approccio culturale alla comunicazione delle emozioni e alla gestione dello stress può influenzare come le persone la affrontano. Ad esempio, in alcune culture, la condivisione aperta delle preoccupazioni e delle emozioni può essere più accettata, mentre in altre potrebbe esserci una maggiore enfasi sulla risoluzione pratica dei problemi.
Cosa significa ruminare nella depressione?
Nel contesto della depressione, la ruminazione si manifesta come un ciclo persistente di pensieri negativi, autoaccuse e riflessioni dolorose, spesso privo di una prospettiva costruttiva o risoluzioni. Le persone affette dalla depressione possono trovarsi intrappolate in un vortice di autovalutazioni critiche, focalizzandosi su aspetti negativi della propria vita, autostima e competenze.
La caratteristica distintiva della ruminazione nella depressione è la sua mancanza di soluzioni o vie d'uscita. Questo processo mentale ripetitivo non conduce a una risoluzione costruttiva dei problemi, contribuendo così a un senso pervasivo di impotenza e disperazione. La continua ripetizione di pensieri negativi può anche dar luogo a una colpevolizzazione e autoaccusa eccessive.
La ruminazione influisce negativamente anche sulla capacità di concentrazione, rendendo difficile per chi ne soffre svolgere normali compiti quotidiani. La ridotta concentrazione è un sintomo comune nei disturbi depressivi e può compromettere il funzionamento quotidiano. Inoltre, questo modello di pensiero persistente contribuisce ad un aumento del disagio emotivo associato alla depressione. I pensieri negativi ricorrenti intensificano il senso di tristezza e disperazione, ostacolando la ricerca di momenti di sollievo o gioia nella vita quotidiana.
Come risolvere la ruminazione?
Per risolvere la ruminazione mentale è opportuno comprendere da dove proviene, e un modo per farlo è quello di affidarsi ad uno psicoterapeuta. Nell'approccio psicoanalitico alla ruminazione, l'attenzione si sposta verso la profondità della psiche e le dinamiche relazionali che possono sottostare a questo processo di pensiero persistente.
Gli psicoterapeuti cercano di comprendere cosa si cela dietro i pensieri ricorrenti, esplorando il terreno dell'inconscio e le radici profonde delle preoccupazioni. Durante le sedute di psicoterapia, si incoraggia il paziente a esprimere liberamente i propri pensieri e le emozioni legati alla ruminazione e questo permette di rivelare connessioni e significati più profondi che possono essere all'origine dei pensieri ossessivi.
L'obiettivo della terapia psicoanalitica è non solo comprendere ma anche facilitare il cambiamento personale. Questo può coinvolgere l'adozione di nuove prospettive, l'elaborazione di emozioni represse e lo sviluppo di strategie per affrontare in modo più adattivo i pensieri ricorrenti. In sostanza, si tratta di un processo che va oltre l'analisi superficiale dei sintomi, puntando a una comprensione più profonda di sé stessi e delle relazioni che modellano la ruminazione.
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Dr.ssa Annunziata Altieri - Centro Clinico SPP Milano età adulta