Autostima e difficoltà relazionali

I disturbi dell’autostima possono riguardare sia una esplicita valutazione negativa di sé, sia un’esagerata sopravvalutazione di sé. In entrambi i casi, vi è un rapporto con se stessi che ruota attorno a difficoltà relative al proprio valore, che, a loro volta, influenzano la capacità di relazionarsi con gli altri.

AUTOSTIMA: DEFINIZIONE

L’autostima riguarda sia componenti cognitive sia aspetti emozionali: si riferisce infatti a come una persona valuti se stessa in termini di valore e ai sentimenti che nutra per se stessa. I valori e le aspettative rappresentano delle guide non soltanto per il comportamento dell’individuo, ma anche per determinare quanto egli si consideri corrispondente a essi.

Si tratta tuttavia di un insieme di dettati etici, morali e rappresentazionali (“Che persona voglio essere?/Come devo essere?”) soggettivi, differenti da individuo a individuo. Alcuni di essi possono essere coscienti e costituiscono l’insieme dei valori che la persona dichiara di seguire. Altri sono inconsci e determinano l’autostima in modo ancora più marcato dei primi.

Quando una persona si percepisce fortemente in difetto rispetto al proprio sistema valoriale e ai propri ideali sperimenta scarsa stima di sè. Ma ciò non è sufficiente: lo scarto tra ciò che sento di essere e ciò che vorrei essere potrebbe infatti rappresentare uno stimolo alla crescita. Affinchè si sperimenti una deflessione cronica dell’autostima è necessario infatti che il sistema interno di autovalutazione sia caratterizzato da elementi quali rigidità, perfezionismo e ipertrofia degli ideali.

In tal modo l’individuo può sperimentare sentimenti negativi (vergogna, senso di colpa, disgusto per se stesso) anche di fronte a piccoli scostamenti da quanto si aspetta da se stesso. Inoltre la confusione tra comportamento e senso globale di sé porta ad attribuirsi valutazioni negative di fronte a un singolo comportamento che investono la persona nella sua interezza. Anche forti emozioni negative verso se stessi producono scarsa autoconsiderazione.

I vissuti depressivi, ad esempio, sono caratterizzati da odio rivolto contro di sé, ma una delle emozioni centrali nei vissuti relativi all’autostima è la vergogna che richiama a una profonda autosvalutazione ed esposizione al giudizio altrui. Per questo motivo l’autostima è fortemente legata alle relazioni interpersonali.

AUTOSTIMA E RELAZIONI INTERPERSONALI

L’autostima condiziona le relazioni interpersonali e produce effetti negativi su queste ultime in particolare quando è mal regolata. L’individuo sofferente infatti è portato a paragonarsi costantemente agli altri in chiave negativa. Egli tende ad aspettarsi una critica costante da parte delle altre persone analoga a quella del proprio sistema interno di autovalutazione.

Raramente cerca di verificare quanto queste sue aspettative siano reali a causa di un profondo senso di vergogna e, nel caso in cui dall’ambiente vi siano rimandi positivi nei suoi confronti, egli può vivere la sensazione di essere un “impostore” o non attribuire a esse grande importanza. Il rimuginio autocritico inoltre gli impedisce di vivere momenti di socialità spensierati poichè egli rimane sempre centrato su se stesso.

DISTURBI DELL’AUTOSTIMA

I disturbi dell’autostima possono riguardare sia una esplicita valutazione negativa sia una esagerata sopravvalutazione di sé. In entrambi i casi vi è un rapporto con se stessi che ruota attorno a difficoltà relative al proprio valore. Le persone che hanno una immagine di sé ipertrofica tendono ad aver bisogno degli altri per mantenere l’autostima.

Necessitano perciò di essere ammirate costantemente e si trovano in difficoltà quando non riescono a ottenere il riconoscimento di cui hanno bisogno, andando incontro a crisi depressive anche estremamente intense che tuttavia possono essere temporanee. In entrambi i casi vi è un difetto nella regolazione dell’autostima che porta l’individuo a essere maggiormente attento a come dovrebbe essere piuttosto che a alle proprie risorse personali reali, alla proprie caratteristiche uniche e ai propri bisogni.

Oppure, in altre parole, il bisogno di riconoscimento diventa la necessità principale da soddisfare. In un’ottica evolutiva le persone con problemi nell’autostima possono essere cresciute in ambienti ipercritici o essere stati apprezzate soltanto quando corrispondevano alle aspettative genitoriali. In altri casi difficoltà nelle relazioni primarie hanno provocato nel bambino un senso di responsabilità per quanto accadeva, egli perciò si è considerato colpevole per problematiche dei propri genitori ricavandone un senso di scarso valore personale.

AUTOSTIMA E PSICOTERAPIA

Le difficoltà relative all’autostima possono essere riscontrate in quadri psicopatologici molto differenti tra di loro e anche in fasi evolutive di cambiamento (come ad esempio durante l’adolescenza) o in momenti di crisi (lutti, separazioni, difficoltà lavorative).

Il clinico perciò valuta il ruolo dell’autostima all’interno di una prospettiva più ampia che colga la complessità dell’individuo e della sua condizione esistenziale. In ogni caso adotterà un approccio fortemente empatico verso difficoltà dovute a profonde ferite emotive sperimentate nel corso dello sviluppo.

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