Paura di stare male, come superarla?

Stare male è una condizione che preoccupa e spaventa tutti. Si può stare male a livello fisico ma anche a livello psicologico. A volte la preoccupazione è legata ad una situazione reale, mentre altre a qualcosa di temuto ma principalmente fantasticato. In quest’ultima condizione la paura di stare male spinge a cercare a tutti i costi, con numerosi esami e controlli, la causa del malessere percepito.

Quando lo stare male ha a che fare con una condizione di apprensione fisica per il proprio stato di salute si parla di ipocondria, mentre diversamente può essere legato alla convinzione che il trucco per vivere bene risieda nella soddisfazione e nella felicità perenne, cercando a tutti i costi di sfuggire al malessere o all’emozione opposta che è la tristezza.

La convinzione di essere sempre felici crea una sorta di trappola, più si rincorre la felicità come obiettivo di vita e più si rischia di cadere in uno stato di frustrazione per non riuscire a trovarla. Alla base di questa sensazione di malessere e frustrazione c’è quasi sicuramente la confusione tra emozioni e sentimenti. Su una scala gerarchica, prima ci si confronta con le emozioni, che sono più brevi e più intense, mentre solo in un secondo momento, con la riflessione su cosa quell’emozione sta provocando emotivamente e con l’elaborazione di una consapevolezza, si arriva ai sentimenti.

La felicità intesa nel senso classico del termine, come stato di piena gioia e soddisfazione, è un’emozione e, appurato che non dura in eterno, non ci sarebbe motivo di pretenderla come condizione di base. Ogni emozione ha la sua dignità e il suo ruolo preciso, tutte lavorano per garantire un buon adattamento alla realtà circostante ed è bene considerarle anche in senso evolutivo. La durata e l’intensità delle emozioni è fortemente condizionata da pensieri, ruminazioni e valutazioni personali di un determinato evento. Un’emozione, spesso negativa, dura tanto se si contribuisce a farla persistere.

La preoccupazione costante di stare bene, come anche la necessità di scacciare immediatamente la sensazione di malessere, nasce dalla continua ricerca del confronto con gli altri e/o dalla speranza di trovare nell’altro il segreto dello stare bene. Il confronto sociale è importante e indispensabile per il processo di crescita, spinge a farsi della domande e a migliorarsi. In un primo momento, il confronto con l’altro porta quasi inevitabilmente a considerare solo la parte che l’altro mostra, la parte “visibile”, come la condizione ideale da ottenere avidamente e immediatamente, senza tenere presente tutto il processo che c’è dietro a tale risultato. Il raggiungimento non immediato del benessere rischia di provocare frustrazione. Pensare solo a quanto l’altro stia bene provoca una sorta di immobilismo e insoddisfazione. L’altro può essere di aiuto ma occorre che ognuno trovi il proprio modo di stare bene.

Stare bene a volte fa rima con stare insieme. Avere una relazione è sicuramente fonte di benessere, ma la felicità personale non dipende unicamente dall’altro. Per stare bene bisogna arrivare a una conoscenza e accettazione di sé stessi in primis e dell’altro in seguito. A volte, per evitare di stare male, oppure per paura di non essere capiti e accettati, si rischia di adattarsi alle esigenze dell’altro. La sensazione di benessere, in questi casi, dura per un po’ di tempo, ma poi si ritorna inevitabilmente ad essere insoddisfatti.

Dunque, esiste la ricetta contro lo stare male?

In greco antico il termine felicità deriva da εὐδαίμων (eudaimon) che significa felice, composto da εὖ che significa <bene> e δαίμων che significa <demone, sorte>. Nel linguaggio filosofico la felicità veniva considerata naturale per l’uomo e assegnava alla vita il compito di raggiungerla. La felicità veniva considerata come perfezione individuale e attuazione delle proprie capacità. Raggiungere la felicità è accettare di non poter essere sempre felici. Non è sbagliato avere paura di stare male, ma non è corretto nemmeno pensare di poter stare sempre bene.

La ricetta non sta nello scacciare l’emozione che ci provoca malessere ma comprendere cosa le emozioni ci vogliono comunicare, accettare che il loro manifestarsi è un po’ ciclico e imparare a conviverci senza farsi travolgere eccessivamente.

È importante per gestire la paura di stare male comprendere che il benessere prima di cercarlo all’esterno, nelle cose e negli altri, è importante cercarlo in sé stessi. È importante imparare a tirare fuori le proprie capacità, rispettare la propria felicità, che non sarà la stessa degli altri e tenere in considerazione che dai momenti bui è possibile tirare fuori molte capacità. Un percorso di psicoterapia è fondamentale in questo processo di crescita e maturazione.

Dr.ssa Annunziata Altieri - Centro Clinico SPP Milano dell'età adulta

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