Gioco di squadra: l'esempio di Roberto Mancini

MANCINI: IL TALENTO A SERVIZIO DELLA SQUADRA AZZURRA, IL GIOCO DEL CALCIO COME DIVERTIMENTO

Breve lettura estiva: sport e psicologia

Durante gli Europei del calcio tutti gli italiani, almeno i tifosi e gli amanti del calcio hanno gioito: nel periodo buio del Covid la vittoria della Nazionale di calcio agli Europei è stata un vero raggio di luce.

Tutti gli italiani si sono riuniti in famiglia o tra amici, almeno per ciò che i decreti distanziamento hanno permesso, per sostenere la squadra di Mancini e per sostenersi, la vita può continuare a donarci piacere e gioia. La Nazionale di calcio ha creato squadra non solo tra i giocatori che la componevano, seguita dal suo condottiero Mancini con la sua ciurma sampdoriana di marinai fidati (Vialli, Lombardo, Salsano, Evani) ma ha creato squadra anche tra gli italiani che psicologicamente si sentivano, a seguito delle vicende traumatiche del Covid, depressi, isolati e sfiduciati.

È risaputo che lo sport, se vissuto in maniera equilibrata, può generare vitalità, entusiasmo, e “creare gruppo” con l’instaurarsi di relazioni interpersonali significative e di valore. Per chi è amante del calcio, e non è troppo giovane, sa che Mancini da giocatore è sempre stato un talento, un vero artista con colpi di genio, per molti di noi allora era il vero n 10, che mandava le punte a fare goal! Alcuni giocatori, in primis Vialli, ne sanno qualcosa degli assist del Mancio...

ROBERTO MANCINI, UN FUORICLASSE A SERVIZIO DELLA SQUADRA

Già da calciatore metteva il suo talento a servizio dei suoi compagni, ma in quest’ultimo Europeo come allenatore ha dato il meglio di sé, solo come i veri fuoriclasse sanno fare. Secondo i termini psicoanalitici Mancini è stato “fallico”, cioè vincente, forte, originale e “genitale”, cioè capace di pensare e dare piacere all’Altro e non solo a sé stesso, un buon modello di sviluppo psicologico maschile.

Mancini anche come allenatore ha raggiunto traguardi importanti, ma in questo Europeo ha trasmesso in maniera impeccabile importanti valori che rispecchiano alcuni cardini della psicologia sia individuale sia gruppale: insegnare a giocare per divertirsi e divertire, credere nel gruppo e nei legami che lo costituiscono, tollerare la sofferenza e perseguire i propri obiettivi, non avere paura di emozionarsi e fare vedere i propri sentimenti. L’abbraccio tra lui e Vialli, sia nella semifinale che nella finale, ha risuonato in tutti gli stadi fisici dell’Europa e in tutti gli stati psichici degli Europei il valore dell’amicizia, l’importanza di avere un vero legame con un vero amico su cui contare e non solo per condividere il dolore ma anche la gioia.

Si potrebbe dire che Mancini oltre ad avere evidenziato un’attitudine Maschile fallico-genitale ha mostrato anche un buon Femminile capace di esprimere emozioni e sentimenti. Spesso andare dall’analista è associato a un periodo di dolore e sofferenza, ciò è veritiero, affrontare i propri nodi esistenziali non è facile, ma con il proprio analista si condividono anche momenti relazionali molto gioiosi e di festa quando si raggiungono obiettivi che un tempo magari sembravano inavvicinabili o quando si raggiunge equilibrio e salute psichica. In analisi si lasciano andare le proprie emozioni, i propri sentimenti, senza paura di essere giudicati o criticati, come Mancini è riuscito a fare grazie all’abbraccio dell’amico Vialli.

Che bello vedere un uomo di fronte al mondo piangere per la propria gioia, per la propria emozione di essere riuscito a vincere, superando anche momenti difficili, senza vergogna, senza imbarazzo in maniera così autentica e spontanea. Bravo Mancio, non solo per avere vinto ridando identità calcistica di qualità e di classe all’Italia che l’aveva smarrita, ma perché si è emozionato e ha emozionato con sincerità. In effetti, riguadagnare una propria identità, più integra, quindi più di qualità e più capace sia di raggiungere gli obiettivi desiderati, sia di vivere e pensare le proprie emozioni, è un obiettivo della psicoterapia psicoanalitica.

Mancini ha insegnato ai suoi giocatori a divertirsi e a divertire con il gioco del pallone, ricreando quel clima che può ricordare l’infanzia, quando il bambino si diverte giocando, non solo a calcio, anche con i suoi genitori, fratelli e sorelle, e con i suoi amici. In quei momenti giocosi tutti i bambini psicologicamente stanno bene, si crea un buon sentimento tra i protagonisti del gioco, si impara ad usare risorse importanti come la creatività, la fantasia, il coraggio, l’aggressività, la fiducia. La Nazionale Italiana ha evidenziato a livello psicologico l’importanza sia della creatività nel sapere giocare, sia del valore del gruppo nel perseguire un obiettivo.

Naturalmente i membri del gruppo devono affrontare tra di loro momenti di tensione, di conflitto, di competizione, e anche il gruppo intero può affrontare i medesimi vissuti in relazione ad un altro gruppo, come ad esempio la partita tra due squadre. Però il gruppo unito su assiomi vitali e costruttivi, derivanti anche dal leader, come Mancini, riesce a superare sia le tensioni interne sia quelle esterne. In queste situazioni critiche il gruppo con la sua vitalità diventa occasione di crescita e di sviluppo.

Stimolante anche il discorso di Vialli ai giocatori prima della finale europea che ha ripreso la citazione dell’ex presidente Usa Roosevelt: “L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che si priva di errori e mancanza. Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria né la sconfitta”.

Mancini nell’avventura degli Europei, ha chiamato a sé Vialli sia per la sua professionalità ed esperienza, sia per aiutarlo in un momento difficile della sua vita, visto che sta lottando contro il tumore. Gli umani, a differenza degli Eroi della Grecia, sono sottoposti alla sofferenza, alla malattia e alla morte. Gli umani che sviluppano spessore e sostanza, anche se non sono Eroi, sono quelli che sanno affrontare la realtà anche quando diventa faticosa, ostile e portatrice di dolore e di messa in pericolo della vita stessa.

Mancini e Vialli sono ritornati in questi Europei 2021, sempre come gemelli del goal, a offrirci un modello di identificazione adulta di coraggio, di maturità e lealtà, come, quando erano più giovani, hanno offerto un modello di identificazione “ giovincella” a tanti adolescenti e post adolescenti. Nella vita si cambia, si cresce, si vince, si perde, l’importante è affrontare tutte queste fasi con dignità e coraggio, la vita va accettata autenticamente per ciò che dà e ciò che toglie, come l’Amore.

Dr. Simone Maschietto - Direttore Servizio SPP Ad, Milano