Paura di morire: come superarla?

La paura di morire potrebbe essere considerata la paura per eccellenza. Ogni essere umano, almeno una volta nella sua vita, ha pensato alla morte. Essere consapevoli che la morte è parte della vita potrebbe rendere più liberi, ma purtroppo non per tutti è così facile.

La paura di morire si manifesta in maniera diversa in base alla personalità e alla storia di ogni persona. Per qualcuno la morte rappresenta un pensiero costante, tanto da impedirgli di condurre una vita serena, mentre in altri si presenta in diversi momenti della giornata, in particolar modo prima di addormentarsi, oppure sotto forma di un’inquietudine generalizzata.

La paura della morte, detta anche tanatofobia (dal greco thanatos = morte e phobos = paura), riguarda in maniera specifica la paura della morte e della propria mortalità, mentre la paura che gli altri muoiano prende il nome di necrofobia. La morte ha da sempre posto degli interrogativi a livello filosofico, religioso e psicologico. 

Secondo Epicuro, filosofo greco, la visione così spaventosa della morte non permette di godere a pieno della vita, intaccando ogni forma di piacere. Per Freud la morte è una metafora legata non tanto alla paura di morire, quanto al senso di colpa derivato da un desiderio rimosso. Non c’è angoscia di morte ma angoscia di vita e le nevrosi sono un modo per padroneggiare il desiderio, di metterlo a tacere, di soffocarlo.

Quando si ha paura di morire?

La morte è qualcosa di sconosciuto e lo sconosciuto spaventa sempre. Non avere idea di cosa ci sia o di cosa possa capitarci dopo, ci pone di fronte ad un limite a volte inaccettabile. È normale avere paura, anche della morte.

Il pensiero della morte attraversa ogni fase della vita e lo fa in maniera intermittente. I bambini, fin da piccoli, notano che oltre alla gioia per la nascita c’è anche il dispiacere per la morte. Iniziano a rendersene conto quando si trovano a confrontarsi con il nascere e il morire sia in natura che in famiglia. Superata la prima parte dell’infanzia, il pensiero della morte entra in una sorta di fase di latenza e si ripresenta, in maniera decisamente più acuta, con l’adolescenza. Molti ragazzi, impauriti emotivamente da questo “mostro”, entrano in una sorta di “ossessione”, cercando di esorcizzarla con strumenti a loro noti: videogiochi, film, musica e alcune volte, purtroppo, con atti estremi o pericolosi.

La paura della morte, generalmente si attenua nel giovane adulto, in cui i pensieri relativi al lavoro e alla famiglia occupano il primo posto, per poi ripresentarsi, in modo più ingombrante, con l’avvicinarsi della terza età, del pensionamento e dalla solitudine lasciata dai figli che diventano adulti.

Perché si ha paura di morire?

L’uomo, come essere umano, è l’unico consapevole della propria esistenza e, di conseguenza, l’unico in grado di riflettere sulla vita. La paura di morire è presente in diversi disturbi che coinvolgono la salute mentale, nei disturbi di personalità ma anche nei disturbi d’ansia.

Nel disturbo narcisistico di personalità la paura della morte si manifesta quando il profondo senso di vuoto, che deriva da esperienze di deprivazione in età infantile, appare nuovamente. Questo vissuto viene preceduto da momenti in cui l’ammirazione, tanto ricercata e fonte di nutrimento, viene a mancare. Queste situazioni possono arrecare uno squilibrio emotivo tale da portare a uno stato di solitudine e a essere terrorizzati dal pensiero della morte.

Nel disturbo dipendente di personalità, invece, la morte viene fuori quando si perde o si ha la sensazione di perdere la persona di riferimento. Niente ha più senso, non si hanno né scopi né desideri e spesso la morte diventa un pensiero costante solo se si pensa di viverla da soli.

Come riconoscere l’angoscia di morte?

Le persone che hanno un attacco di panico sperimentano che cosa significa avere la sensazione di morire. Oltre alle manifestazioni fisiche e fisiologiche di iperattività, si avverte la sensazione di perdere il controllo, di impazzire e a volte anche di morire. Sintomi quali palpitazioni, dolori al torace, sensazioni di sbandamento e svenimento possono essere scambiate per una condizione fisica grave che porta alla convinzione di essere realmente sul punto di morire.

Come smettere di temere la morte?

La vera soluzione non è quella di smettere di avere paura, ma accettare di averla e comprenderne le ragioni. Avere un ambiente accogliente dove poter portare le paure è il primo passo per provare a trovare una soluzione. La psicoterapia psicoanalitica rappresenta quello che Winnicott chiama Holding, ovvero un ambiente accogliente paragonabile ad un abbraccio materno, che capisce, accresce e sviluppa.

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Dr.ssa Annunziata Altieri - Centro Clinico SPP Milano età adulta