Manie di persecuzione: cosa sono, cause e sintomi

Sentiamo spesso parlare di manie di persecuzione, in particolar modo, in riferimento a persone che si sentono perennemente vittime di un complotto, che credono che tutti ce l’abbiano con loro e, soprattutto, con le quali è molto difficile stabilire e mantenere una relazione.

Le manie di persecuzione o, più correttamente, i deliri di persecuzione sono una delle forme più comuni di delirio, in cui il soggetto in questione ritiene che tutto e tutti cerchino di sfavorirlo. Il delirio è un disturbo del contenuto del pensiero, è un’idea falsa e non contestabile su qualcosa o qualcuno in assenza di prove adeguate a sostegno. È molto difficile accettare e comprendere i deliri, a volte vengono considerati innocui o umoristici, mentre altre volte vengono valutati come tentativi deliberati di ingannare o, soprattutto in passato, come la conseguenza di una possessione demoniaca.

Il termine delirio deriva dal verbo latino deliràre, che significa letteralmente uscire dal solco, in riferimento all’aratro. Nel momento in cui insorge il delirio, la persona “esce”, proprio come l’aratro, dalla via della ragione. Karl Jaspers (1913) definisce i deliri come “giudizi erronei sostenuti con straordinaria convinzione e impareggiabile certezza soggettiva, refrattari all’esperienza e a qualsivoglia confronto con argomentazioni alternative.” Freud, invece, afferma che la persona abbandona la realtà perché intollerabile e costituisce una nuova realtà personale nel delirio. Il delirio è definito anche come stato confusionale acuto, spesso con decorso fluttuante. Non si tratta di una patologia ma di un sintomo e, come tale, può presentarsi con diversi livelli di gravità e avere molteplici cause.

Il delirio di persecuzione può essere il sintomo di diverse forme di psicosi, tra cui la schizofrenia, di episodi di alterazione dell’umore in senso maniacale, può essere attribuito al disturbo di personalità paranoide oppure a un deterioramento cognitivo. Esistono fattori biologici, psicologici e sociali che possono generare le manie di persecuzione. Una familiarità con disturbi psicotici e schizofreniformi, i traumi in età infantile, l’uso eccessivo e continuativo di sostanze stupefacenti e alcool possono favorire l’insorgenza di tale disturbo.

DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITA’

Il termine paranoide è molto utilizzato nel linguaggio comune per descrivere una persona estremamente sospettosa e gelosa. Una modalità di pensiero leggermente paranoide non è di per sé una patologia e può avere un ruolo nello sviluppo dell’individuo e nell’organizzazione dell’esperienza, facilitando la percezione di potenziali pericoli.
Il disturbo paranoide di personalità è altra cosa.

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di sentirsi estremamente preoccupati per qualcosa, di avere la sensazione di essere osservati, inseguiti oppure di pensare così tanto a una situazione da avere il presentimento di non riuscire più a concentrarsi su altro. Ecco, questo è solo un’essenza molto diluita di quello che accade a una persona con un disturbo paranoide.

Le persone con disturbo paranoide di personalità sospettano che gli altri stiano progettando di sfruttarli, ingannarli o far loro del male. Sono convinti che possano essere attaccati in qualunque modo, anche in assenza di qualsiasi evidenza, e persistono nel mantenere i loro sospetti e pensieri. Sono ipervigili per potenziali insulti, offese e minacce e cercano significati nascosti nelle osservazioni e nelle azioni. Esaminano attentamente gli altri per trovare prove per sostenere i loro sospetti. Se pensano di essere stati insultati o feriti in alcun modo, non perdonano la persona che li ha feriti. Essi tendono a contrattaccare o ad arrabbiarsi in risposta a queste lesioni percepite.

Poiché diffidano degli altri, sentono il bisogno di essere autonomi e di avere il controllo delle cose o situazioni. Sono, di conseguenza, riluttanti a confidarsi o a sviluppare rapporti stretti con gli altri, perché temono che l'informazione possa essere usata contro di loro. Essi dubitano della lealtà degli amici e della fedeltà del coniuge o del partner. Possono essere estremamente gelosi e possono costantemente mettere in dubbio le attività e le motivazioni degli altri, nel tentativo di giustificare la loro gelosia.

Può risultare estremamente difficile relazionarsi con essi e quando gli altri reagiscono negativamente con loro, prendono queste risposte come conferma dei loro sospetti originali. La propria personalità è generalmente vissuta come non disturbata, difficilmente cercano un aiuto terapeutico e, nei rari casi in cui lo scelgono spontaneamente, il loro atteggiamento è scettico e distaccato.

A livello psicodinamico, l’atteggiamento paranoide è interpretato come la conseguenza di impulsi aggressivi che vengono proiettati sull’altro per conservare un’immagine di sé positiva. Il problema centrale è la difficoltà di affrontare i sentimenti depressivi determinati dalla consapevolezza della coesistenza, in sé e negli altri, di aspetti “positivi” e “negativi” e di parti sia “buone” che “cattive”.

DISTURBO PARANOIDE E TERAPIA

Le persone con disturbo paranoide di personalità spesso iniziano una psicoterapia perché spinte dai familiari, dagli amici o dai colleghi di lavoro. Mostrano di avere un’enorme difficoltà a fidarsi del terapeuta e non è infrequente che lo considerino come un nemico e lo trattino, di conseguenza, come oggetto cattivo persecutorio. A causa della loro sospettosità, la terapia indicata è quella individuale. Il compito del clinico sarà quello di stabilire un’alleanza terapeutica con il paziente, che empatizzi con le sue angosce e lo aiuti a verbalizzarle. Alcune volte, soprattutto nelle fasi acute, è necessario combinare psicoterapia e terapia farmacologica. I farmaci maggiormente utilizzati sono gli ansiolitici e gli antidepressivi.

MANIE DI PERSECUZIONE NEGLI ANZIANI

Anche in molte persone anziane sono presenti i deliri di persecuzione, esse riportano, in alcuni casi, di essere state ingannate o derubate da familiari e amici. La comparsa del delirio è spesso accompagnata da uno stato confusionale e perciò non facile da discriminare. Il medico cerca di distinguere i due disturbi determinando la rapidità con la quale si sviluppa lo stato confusionale e la funzione mentale precedente della persona. Pone anche una serie di domande per esaminare i vari aspetti del pensiero (esame dello stato mentale).

La causa più comune dei deliri di persecuzione negli anziani è la demenza senile o il morbo di Parkinson, mentre solo in casi sporadici è causata dall’interruzione brusca di un farmaco. Il livello di acetilcolina, sostanza che permette alle cellule del cervello di comunicare tra di loro, nelle persone anziane è più basso. Le situazioni stressanti abbassano ulteriormente il livello di tale sostanza, di conseguenza il funzionamento cerebrale diventa più difficoltoso e ciò può determinare la comparsa di un delirio.

Dr.ssa Annunziata Altieri - Centro Clinico SPP Milano età adulta

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